venerdì 30 luglio 2010

Contrattempi.

Ieri Roma si è fermata per una mezza giornata. Alle 9 di mattina circa un poveraccio ha deciso di sdraiarsi sulle rotaie della Metro A alla fermata di Piazza Vittorio e di morire bloccando il traffico in entrambe le direzioni. Il trasporto pubblico è stato completamente paralizzato gettando in una pozza di angoscia chi per lavorare viaggia giornalmente in direzione sud-est / nord-ovest, e viceversa. Io dovevo essere in negozio alle 11, quindi alle 10 ero già dentro il treno bianco e arancio, dove ho sostato per una decina di minuti buoni prima che una voce scocciata annunciasse che a causa di un incidente la linea era completamente bloccata. Cazzo. Salgo in superficie sulla Tuscolana e telefono immediatamente alla responsabile, che sa bene cosa è successo, anche lei ha ritardato di mezz'ora. Aspetto la "navetta sostitutiva". Che dopo trenta minuti ancora non arriva. Atac ti odio. Visceralmente. Passa solo un piccolo bus stipato in ogni pertugio di gente accalcata e sofferente, ma agguerrita a non mollare la presa. A un certo punto accosta un'auto, si abbassa il finestrino e si affaccia una signora sui cinquanta: "che ve serve un passaggio?". Angelo divino: io e altre due signore corriamo raggianti verso l'auto della salvezza. La signora è logorroica, ma ovviamente si fa buon viso e si annuisce e si sorride tra un fiume di parole e un altro. Arriviamo all'altezza di Colli Albani, dove la gentile signora decide di parcheggiare per prendere un autobus, che da lì ne passano parecchi per arrivare in centro. Macché. Tutti cancellati per tramutarli magicamente in navette. Quindi io e le mie improvvisate compagne di viaggio, insieme ad altri poveri pendolari, ci scapicolliamo verso la fermata giusta e saliamo sul primo mezzo a motore disponibile. Senza aria condizionata. Un viaggio della speranza, tra turisti allucinati e persi, signori che bestemmiano al telefono e dopo continuano a leggere la Bibbia (giuro!), ragazzine che fingono di non vedere la vecchina affannata per non cedere il posto, tutti a lamentarsi di quanto il servizio pubblico a Roma faccia schifo. Come dar loro torto? E' bastato un incidente per mandare in panico l'intera linea degli autobus. Che poi mi dico, ti vuoi suicidare? Mi dispiace che tu sia arrivato a una scelta così drastica. Ma perché decidere di lasciare questo mondo di lacrime facendo sì che 250 mila persone (stima a braccio) inveiscano contro l'animaccia tua? L'ultimo disperato gesto ha devastato il tuo già martoriato karma, e chissà in cosa ti sarai reincarnato, visto che i romani (e non) bloccati sicuramente non saranno stati gentili con te. Vuoi suicidarti? Sparati. Vuoi che sia un gesto eclatante? Datti fuoco. Una preghiera la tirerai su.

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